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Antonio Scurati con Marcello Flores

NARRARE È UNA FORMA DI ESORCISMO

"L'opera d'arte deve avere l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo" diceva Alessandro Manzoni: un'affermazione che certamente troverebbe d'accordo lo scrittore Antonio Scurati (M. Il figlio del secolo, M. L'uomo della provvidenza). Autore di due opere – facenti parte di una tetralogia in divenire – sulla figura di Benito Mussolini e la vicenda del fascismo, Scurati da tempo intreccia la letteratura alla storia e alla cronaca, narrando con estrema precisione avvenimenti passati, quasi a volerli esorcizzare e strappare all'oblio. Nessun personaggio o accadimento che figura nelle sue pagine è frutto di invenzione e le fonti documentarie consultate fanno da continuo contrappunto al racconto, a testimonianza del fatto che "la letteratura è una forma di conoscenza del mondo, di sé stessi, della vita" e in essa è insita "una possibilità di intrattenimento, di godimento, di piacere estetico, di coinvolgimento emotivo e passionale, ma anche una grande possibilità conoscitiva. La letteratura, in quanto tale, sta in una dimensione veritativa e così il linguaggio letterario". Dialoga con l'autore lo storico Marcello Flores (Cattiva memoria).